La normativa
Legge Lanza (1857)
Legge Casati (1859) e Regio Decreto 150/1908
Circolari del 1922 e 1923 del Ministero dell’Istruzione
Regi Decreti 965/1924 e 1297/1928 in vigore
Il Concordato, Patti Lateranensi (1929)
La Costituzione Italiana
Legge 641/1967
Parere del Consiglio di Stato (1988)
Parere del Consiglio di Stato 556/2006
Altri successivi pareri ed atti normativi
NOI DI UNIONE CATTOLICA DICIAMO CHE IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE, E UN VALORE CHE UNISCE
Dopo duemila anni, sul Crocifisso è ancora scontro, così come sulla croce al quale fu inchiodato.
La legislazione attualmente in vigore in Italia relativa alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è risalente al periodo monarchico e fascista in concomitanza dell’affievolirsi del dissidio tra Chiesa e Stato Italiano risalente alla breccia di Porta Pia (1870). Partendo dalla questione nodale e maggiormente controversa se l’esposizione del Crocifisso leda o meno il diritto di libertà religiosa in un processo di avvenuta e consolidata laicizzazione dello Stato, vale la pena sottolineare che nell’ambito del Concordato, nell’accordo di Villa Madama del 1984 con la Santa Sede ed entrato in vigore nel 1985 sebbene si prende atto che il Cattolicesimo non sia più religione di Stato si continua ad autorizzare l’uso del Crocifisso nei luoghi pubblici senza modificare la normativa vigente. Anche il Consiglio di stato afferma che il Crocifisso esposto non contrasta in alcun modo con la libertà religiosa dell’individuo. Esso è stato riconosciuto emblema di valore universale, non solo un elemento del patrimonio storico-religioso o di identità dell’Italia come alcuni hanno sostenuto, bensì il simbolo che maggiormente si presta ad offrire un valore di unione, di collante, che accoglie tutti in un abbraccio universale, anche coloro che professano altri credi o sono atei. In un’era di modernismo esasperato, epoca della nascita di un nuovo Umanesimo che tende a porre l’uomo come autore, “consumatore” ed infine salvatore di se stesso e che si contrappone fortemente ad un Umanesimo Cristiano che pone Dio al centro della nostra vita. In un tempo in cui le unioni civili, l’aborto, i gay pride, la cultura gender, ecc. vengono considerate come semplici evoluzioni dei tempi, emancipazione, espressione di libertà dell’uomo odierno, crescita culturale. Pur tuttavia, in ogni contesto, si ode continuamente la parola “crisi”. Crisi politica, crisi economica, crisi del lavoro, crisi dei mercati finanziari, crisi della famiglia, crisi della coppia, crisi sanitaria, crisi dei giovani, crisi degli anziani, crisi dei rapporti, ecc. Soffermandoci sul significato del termine “crisi”, etimologicamente dal greco [krisis] “scelta, decisione”, verrebbe da pensare che forse l’uomo sta facendo scelte, prendendo decisioni che vanno in direzioni opposte al cosiddetto “bene comune” e che probabilmente tutte le forme di crisi cui stiamo assistendo, in realtà forse originano da un’unica vera grande crisi che tutti dobbiamo impegnarci a contrastare la “crisi della Fede”. Il crocifisso quale simbolo di infinito ed eterno amore per l’uomo non può e non deve rappresentare un valore di divisione bensì di unione e comunione tra gli uomini di buona volontà.