AVVOCATO DOMENICO ZAMPELLI RECENTEMENTE PREMIATO CON UNA TARGA SPECIALE AL LEONE D’ORO DI VENEZIA PER IL SUO IMPEGNO INSTANCABILE DI NATURA UMANITARIA E PROFESSIONALE E RESPONSABILE DEL PARTITO UNIONE CATTOLICA DEL COMPARTO INERENTE ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DICHIARA CONVINTAMENTE:
“IL DIRITTO ALLA VITA COME BASE DI TUTTI I DIRITTI E DOVERI PERSONALI FAMIGLIARI E SOCIALI: UNIONE CATTOLICA APPOGGIA LA BATTAGLIA DI CIVILTÀ CRISTIANA DEI VESCOVI ITALIANI E DEL PRESIDENTE CEI CARDINAL BASSETTI CONTRO OGNI NEGAZIONISMO
NON RICONOSCERE CHE LA VITA PUÒ E DEVE ANDARE AVANTI ANCHE NEI MOMENTI DI SOFFERENZA EQUIVALE A LEGITTIMARE OGNI ALTRA FORMA DI COMPRESSIONE DEI DIRITTI DELLA PERSONA IN OGNI ALTRO AMBITO
OCCORRE ATTUARE IL FATTORE FAMIGLIA PER FAR SÌ UNA VOLTA PER TUTTE CHE IL DIRITTO A VIVERE, COSÌ COME IL DIRITTO A NASCERE, NON SIANO PIÙ RELATIVIZZATI O GESTITI COME DEI COSTI ECONOMICI E SOCIALI!
Morire non è, non può né mai deve essere un diritto. Vivere, all’opposto, è non soltanto un diritto ma anche e anzitutto un dovere civico e morale, che pure in un contesto di sofferenza e di dolore della persona va garantito e tutelato in due forme: con le opportune cure palliative, ulteriormente rese efficaci e mirate ai casi soggettivi dai progressi della scienza medica, e con strumenti di sostegno, estesi all’intera comunità familiare, volti a far sì che il malato non sia più percepito come un peso o, peggio ancora, come un costo non sostenibile.
Il presidente della Conferenza episcopale italiana, Cardinale Gualtiero Bassetti, ha espresso, in maniera confermativa e rinforzata, il pensiero del mondo ecclesiastico cattolico di assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi legislativa, normativa e legale tesa a favorire, direttamente o indirettamente, il suicidio assistito, l’eutanasia e l’accompagnamento al “fine vita”.
In questo senso, e come è nelle piene prerogative e nel pieno diritto della Chiesa secondo quanto ribadito nella Dottrina sociale Cattolica in merito agli orientamenti etico morali e alle conseguenti linee propositive enunciate per il perseguimento del Bene comune nella Politica e nella Società, il massimo rappresentante dei Vescovi italiani ha lanciato un accorato appello alle Istituzioni parlamentari del nostro Paese invitandole a prendere in seria considerazione la necessità di superare l’attuale recente legge sul biotestamento prima del 24 settembre. Una normativa che apre, di fatto e come segnalato dalle più importanti personalità del mondo giuridico e medico scientifico di formazione cattolica, come il Dottor Gandolfini promotore del Family Day, ma anche da alcuni autorevoli pareri di impostazione più laica, le porte alla legittimazione dell’eutanasia nel nostro Paese, incamminandolo verso una deriva laicista, fatalista ed egoistico-materialistica: derubricando il diritto alla Vita e subordinandolo a logiche opportunistiche incompatibili con la Carità cristiana, con la solidarietà familiare, con le radici stesse della società italiana. I sistemi politici e legislativi che hanno imposto visioni relativistiche della Vita, favorendo spinte volte al negazionismo e al diritto alla morte, hanno finito con il legittimare l’ateismo, la negazione di Dio e la relativizzazione di ogni altra libertà e diritto personale fino a comprimerla. Si tratta della stessa visione che vorrebbe riconoscere l’aborto e subordinare il diritto alla Vita della persona nascitura all’opportunismo economico e a ragionamenti di tipo surrogatorio.
Noi di Unione Cattolica siamo fieri di esserci fatti portavoce divenendo i soli interpreti autentici, nel contesto applicato alla Politica, delle esortazioni espresse da Sua Santità Papa Francesco e dal Presidente Cardinale Bassetti affinché si eviti ogni relativizzazione del diritto alla Vita, che sorge all’atto del concepimento e decade soltanto con la morte naturale e non con quella assistita o accompagnata.
Noi di Unione Cattolica aderiamo pienamente alla richiesta dei Vescovi Italiani e del loro Presidente Cardinal Bassetti, affinché la Politica si riappropri del suo ruolo di decisore e di garante del fondamentale e basilare di tutela della Famiglia in senso naturale fondata sul matrimonio, e non lasci decidere anche questa volta altri poteri pur legittimi e di fondamentale presidio ma sempre surrogatori, come in questo caso l’alta Magistratura della Corte costituzionale: senza il riconoscimento del Diritto alla Vita, si arriva alla negazione stessa della Famiglia e allo sfaldamento dell’intero consorzio sociale. Compito della magistratura è applicare i giusti precetti della Politica, non dover sempre intervenire per colmarne i vuoti o le inadeguatezze decisionali.
Porre fine a una Vita nascente e concepita, così come a una Vita pur sofferente e dolorante, e mettere a disposizione strumenti che legittimino ciò, equivale a una auto dichiarazione di sconfitta, di capitolazione, di Waterloo della politica. Compito della Politica è attuare il Fattore Famiglia non soltanto come architrave per il rilancio economico e sociale complessivo e integrale del Paese, realizzando l’equità fiscale attraverso la sua vera progressività, ma altre sì per custodire il valore della Vita, rendendo universalmente accessibili, non tassabili e non aggredibili quei beni e servizi che, nel loro insieme, diano conforto, sostegno e aiuto morale e materiale affinché la Vita sia concepita, portata al mondo e accudita anche nei momenti di cattiva sorte, e affinché non vi siano più ragioni economiche che vengano addotte a ragioni ostative del Diritto alla Vita.
La scienza Medica, i progressi della farmacologia, lo sviluppo di sempre più innovative e sartoriali tecnologie, cure e terapie in grado di ridurre e tendenzialmente azzerare l’invasività in un sempre maggiore numero di casi, e di assorbire l’acuzie della sofferenza e del dolore, forse per la prima volta nella Storia umana, se messe al servizio del rispetto della Persona e non di ambigui disegni manipolatori e di alterazione o innaturale modificazione degli equilibri naturali e biologici, possono attuare in una misura completa e autentica, senza precedenti, il precetto Cristiano Cattolico della Vita come Dono di Dio e come prova d’amore che non può essere infranta da una temporanea caduta, da un fallimento, dall’insorgenza di una difficoltà economica o sanitaria.
Noi di Unione Cattolica lo ribadiamo a voce alta nel nostro libro programma CATTOLICI UNITI PER BENEDIRE UN’ITALIA NUOVA: il diritto alla salute e alla sanità pubblico privata, e i diritti individuali e familiari su cui va basato il funzionamento dello Stato sociale e l’applicazione del principio di Sussidiarietà, laddove l’individuo o la famiglia non hanno mezzi adeguati per fare fronte alla natalità e alle cure, devono ESSERE MESSI AL SERVIZIO del più generale Diritto alla Vita enunciato e annunciato nel Vangelo e nella Dottrina che ne rappresenta l’estensione applicativa in ogni epoca storica, politica, scientifica e tecnologica.